venerdì 10 febbraio 2012

Calci alla vecchia maniera

In base a quanto dicono i soliti agiografi del calcio è alto 1,95 metri, pesa più di 90 kg.
Eppure in campo, con quel fisico da granatiere, non fa il centravanti, il puntone, la boa.
No, assolutamente. Niente di tutto questo. Lui gira al largo, cerca l’assist, il dribbling, il passaggio giusto, l’assist smarcante la giocata sopraffina. Certo, di gol ne fa, ci mancherebbe. Però scommetto che lui si senta più un numero 10 piuttosto che un centrattacco.
Viene dalla Scandinavia, ma non ha un cognome che renda esattamente l’idea.  Ti aspetti un Andersson, un Eriksson. Al massimo un Allback, suvvia.
No, lui si chiama Zlatan Ibrahimovic.
Così bosniaco (anzi bosgnacco per la precisione) che se provasse a mettere un piede a Belgrado, ancora oggi, lo sparerebbero a vista.
Ultimamente nella sua biografia, ci racconta che da piccolo era povero, che viveva nelle periferie di una grande città, gli stenti, gli allenamenti nella scuola calcio che lo hanno allontanato troppo presto dalla sua famiglia e tanti altri stereotipi che vanno a delineare la figura di un campione arrivato al successo ma con un carattere brusco. Che nel frattempo si è sposato, a giusta ragione, con una pornostar, o quasi.
Non vorrei mai trovarmi solo con lui in una stanza, però se qualcuno sostiene che questo signore qui possa essere definito un “cattivo” del calcio, beh, io mi sento libero di affermare senza paura di essere smentito di chiamarmi Rosa Luxemburg.
In definitiva ha dato solo due schiaffetti. Vi indignano due carezze da mammoletta? Allora avete proprio la memoria corta! E sono profondamente addolorato che le gesta eroiche di tanti randellatori della storia del Pallone siano cadute nell’oblio.
Ma ve lo ricordate Gentile in marcatura su Zico e su Maradona? Ogni due minuti li stendeva a terra. “Non c’era niente di gentile in Claudio” scrisse addirittura il Times. E chi non s’è mai fatto una risata sulle pigne di Montero? Questo prese a calci nel culo Totti e poi applaudiva nei confronti dei suoi tifosi che lo osannavano ugualmente, mentre, tutto fiero, tolti gli scarpini, usciva dal campo sorridente.
E vogliamo parlare di Pasquale Bruno? Per i più intimi, O’ Animale… Ancora oggi Van Basten quando sente un rumore in casa, controlla che non si tratti del suo marcatore diretto.
Roy Keane? Si narra che neanche il suo allenatore, un certo Sir Alex Ferguson, non osasse contraddirlo. Lo temeva. Tuttora detiene il record di espulsioni nella singola stagione, ben 13.
Come non citare Vinnie Jones e il suo record dell’espulsione più veloce : 3 secondi! Le sue malefatte in campo e la sua faccia da duro gli hanno fatto meritare addirittura una carriera nel mondo del cinema. Rivedetevi “The Snatch” e rendetevi conto di che parte interpreta!
Un capitolo a parte meriterebbe Andoni Goikoetxea, chiamato più semplicemente, visto il cognome scioglilingua, il Macellaio di Bilbao. Lui in campo era così cattivo, che i suoi conterranei terroristi baschi dell’Eta gli chiedevano consulenze su dove piazzare bombe a Madrid. Come ben ricorderete con un solo tackle riuscì a rompere la caviglia sinistra, il malleolo e i legamenti al Pibe de Oro, il 24 settembre del 1983 durante Barcelona- Athletic Bilbao. Nel maggio dell’anno successivo, durante la finale di coppa di Spagna, Maradona cercò insistentemente (ed invano) di vendicarsi, innescando una tale rissa che dovette scusarsi personalmente con il re di Spagna, presente alla partita.*
Quindi, Ibrahimovic è solo un dilettante. Le tre giornate di squalifica per quello schiaffetto ad Aronica non sono giustificate. In confronto a questi altri è una verginella!



Vinnie Jones e le sue doti acrobatiche

Maradona mentre viene pestato dall'intero Athletic di Bilbao



















*Vorrei includere in questo stucchevole elenco anche Rachid Neqrouz, tormento della difesa barese che per troppi anni ho visto in campo intento a randellare e picchiare punte avversarie al San Nicola. Purtroppo per lui non sarà mai ricordato per la destrezza nel difendere (esordio Bari-Fiorentina: 11 minuti e Batistuta ha già fatto una tripletta) e neanche per i calcioni e pestoni che rifilava ad ogni cosa che attraversava il suo campo visivo. Neqrouz sarà ricordato per il suo dito medio nei glutei di Inzaghi.

giovedì 2 febbraio 2012

From Czechoslovakia with hate


Dicevano e dicono  che fosse un allenatore finito.
Dicevano e dicono che con l’arrivo del freddo le sue squadre smettano di correre perché i giocatori sono esausti.
Dicevano e dicono che sia troppo rischioso fare il fuorigioco a ridosso della linea di centrocampo.
"Non ha vinto niente, dovrebbe stare zitto", diceva Moggi negli anni in cui anche ad un orbo  era evidente che la Juve giocasse con l’ausilio di qualche deroga ai regolamenti.
Questo, a dir la verità, lo dicono tutt’ora i suoi detrattori. E sono in tanti.
Però dopo più di vent’anni dal “Foggia dei Miracoli”, vedendo la classifica di serie B, ritrovi il suo Pescara in testa alla classifica. Parecchi punti sopra alla Bari ed alle corrazzate Torino e Samp. Eppure dando uno sguardo al capitale umano a disposizione del boemo, oltre al più famoso (ma de che!) Insigne ci trovi ragazzini quasi sconosciuti e tizi con cognomi non proprio beneauguranti per uno sport di corsa e fiato.
Togni.
Cascione.
Immobile.
Ma evitate di esprimere giudizi su questi atleti. In campo si muovono tanto ma soprattutto sanno cosa fare e dove andare. Se Zeman è riuscito a far giocare a calcio Onofrio Barone( e posso sostenerlo, avendolo visto al San Nicola qualche anno dopo), vuol dire che l’organizzazione del suo 4-3-3 è efficiente al di là degli interpreti.
Zdenek allena dall’ 83 e siamo ancora qui a parlarne. Perché pur essendo silenzioso, quelle poche volte che ha parlato, è riuscito a mettersi contro tutto l’establishment del carrozzone-Calcio moderno. Perché lui è un allenatore diverso, sempre uguale ma innovativo. Completamente antisimmetrico rispetto al calcio moderno delle pay-tv, che fa inquadrature persino nello spogliatoio, che ha perso le sue radici, che non diverte, non stupisce, che tiene lontane le emozioni.
Ammetto che Zeman (sia personaggio, sia allenatore) mi piace tanto. I suoi giocatori corrono talmente tanto che gli altri 11 a confronto sembrano delle pesanti miniature hw (magari rese tali da qualche goccia di vinavil in più o da una doppia rondella- i furbasti del subbuteo si sgamano a prima vista) ed anche perché ha allenato, tranne nella parentesi romana, squadre che di seconda (almeno!) fascia. Provo un sinistro senso di piacere quando una povera provinciale fa un paio di goal al Milan, alla Juve, all’Inter..e più in generale faccio il tifo per il più debole in qualunque situazione della vita.
Proprio mentre imbratto questo foglio gentilmente e gratuitamente concesso dal pacchetto OpenOffice (che vi dicevo a proposito dei più deboli…) un mio amico su skype mi dice : “Ma guarda che ti sbagli, cazzone disinformato! Immobile è capocannoniere della B!”